Femminile universale

L’evento “Femminile universale” tra musica e letture di brani d’autore che narrano della condizione femminile si è svolto sabato 11 maggio a Mira (VE). Siamo partiti da Maria Montessori per continuare con Stefano Benni, qualche lettura animata dedicata ai bambini fino a un’emozionante interpretazione di Margherita Stevanato (regista, lettrice e attrice) che ci ha portato Alda Merini nell’aria. E poi Michela Murgia e tanti altri autori di rilievo.

Non solo il femminile

Per quanto mi riguarda il tema del femminile non può prescindere da quello maschile, sono strettamente collegati. Sulla scia di un intervento assertivo di una signora del pubblico, ho invitato i presenti a riflettere su una proposta che a mia volta mi fu suggerita a suo tempo: provare a coltivare ogni giorno quel femminile e quel maschile che abbiamo dentro per poter arrivare a rispettare il femminile e il maschile nel nostro prossimo. Indipendentemente dal genere col quale veniamo al mondo, maschile e femminile fanno entrambi parte di noi, sono due lati della stessa medaglia. Animus e Anima li definiva Carl G. Jung.

Donne che non integrano il maschile

“Per quanto riguarda il genere femminile, la mancata integrazione dell’archetipo del sesso opposto può generare dinamiche conflittuali dettate dalla prepotenza, dall’aggressività e dalla testardaggine che si riflettono anche nel rapporto di coppia. Ciò vale per la scelta del partner, ma anche e soprattutto per i pattern (schemi) disfunzionali che portano la donna a rappresentare la relazione di coppia come una lotta, impedendole di lasciarsi andare completamente o generando problemi di comunicazione a causa della tendenza ad avere sempre l’ultima parola nel dialogo”*.

Uomini che non integrano il femminile

“Nell’uomo la mancata integrazione dell’archetipo femminile può emergere attraverso problematiche nell’autoregolazione emotiva espresse attraverso ansia, irrequietezza o eccessivo sentimentalismo, mentre il non riconoscimento dell’Anima può sfociare nella stanchezza, nella rassegnazione o nell’irresponsabilità”*.

Siamo grati che esistano numeri di emergenza e sportelli per segnalare situazioni di violenza per entrambi i sessi. Ma insisto sul lavorare a priori su noi stessi.

“L’uomo in fondo a me”

Nella canzone “L’uomo in fondo a me” inserita nel mio secondo disco “Un lieto fine“, riscopro che l’uomo che ho dentro è lì per sostenermi e indirizzarmi nella vita. L’uomo è yang, è azione. Ha le sue qualità di saggezza, coraggio e senso della giustizia. Non è nata facilmente, anzi è stata una delle canzoni più travagliate, per questo ha quella sua speciale energia.

*articolo intero cliccando su Animus e Anima

(foto: Dante Bozza, Elena Salvoni, Stefania Caggiula)

Ascolta “Riconoscere” suonata dal vivo all’evento di sabato 11 maggio 2024

Elena Salvoni cantautrice e counselor